III incontro del I ciclo
Perché non soddisfare ogni loro desiderio? Uno degli obiettivi fondamentali dell’azione educativa è insegnare ai bambini ad adattarsi al mondo e non pretendere che il mondo si adatti a loro. Questo non significa che dobbiamo crescere bambini inibiti o passivi. Se li proteggiamo risparmiando loro ogni incontro con le difficoltà o i limiti, li spingiamo invece a diventare conformisti. In una condizione di libertà illimitata, in cui tutto si può ottenere, il desiderio si satura e crescono il senso di impotenza e di rassegnazione. Dovremmo invece spingere i nostri figli ad essere intraprendenti, a provarci sempre, ad accettare la fatica, le difficoltà e a considerare il rischio di non riuscire. Fare ciò richiede a noi educatori molta calma, un atteggiamento sereno e mai giudicante, e il tempo necessario per parlarsi e capire. Altrimenti ad ogni richiesta (“Lo voglio!”) ci sentiamo in colpa, poco disponibili o addirittura cattivi. Vorremmo essere ricordati come genitori perfetti, a cui si dovrà per sempre riconoscenza, ma invece il nostro compito è anche educare alla rinuncia, altrimenti non proveranno mai soddisfazione e felicità. Altro aspetto controverso e interessante è la noia, fondamentale per sviluppare una vita interiore, per cercare nuovi scopi, per stimolare l’esplorazione e attivare il desiderio. Eppure questa è una delle emozioni che i genitori vogliono evitare ai figli, nella convinzione che sia pericolosa, che il tempo debba essere sempre produttivo, che anche nel gioco si debba rincorrere l’efficienza. Sapere che non tutto è dovuto e che dipende anche da loro ottenere ciò che desiderano, rende i nostri figli più liberi e più forti. Imparano ad individuare i propri scopi, a costruire la consapevolezza di potercela fare, a ricavare tanto dal poco, a ridimensionare il troppo per mantenersi saggi ed equilibrati.