C’è madre e Madre. La Madre è totalizzante, ambisce a trattenere i figli con sé. La madre (con la minuscola) è fallace, imperfetta, accetta di lavorare in perdita, la perdita del figlio che se ne va per la sua strada. La famiglia diventa un mondo chiuso, tende a essere inclusiva, simbiotica, claustrofobica, teme l’apertura al mondo. Non insegna la separazione. In un incontro dirompente, partecipato, a Lanciano con la psicanalista Laura Pigozzi, nella giornata dell’8 marzo, una riflessione sull’essere donne e madri e sulla necessità di rifondare un nuovo modello di maternità, quella plurivoca che porta in sé il femminile, che non dimentica la sorellanza, che è aperta al mondo, che è disposta ogni giorno a “incominciare”.
«La filiazione è rinuncia alla proprietà naturale». Non è solo un mettere al mondo, ma consegnare alla società e al futuro. Invece, prevale una nuova dinamica servo-padrone: «Esattamente come un tempo un eccesso di repressione era insito nella funzione patriarcale, oggi la nuova oppressione è il plusmaterno».
Non più il Padre padrone fisicamente violento, ma la Madre padrona, altrettanto pericolosa perché la tenerezza di questa dedizione incondizionata ne occulta il potere. Il plusmaterno è debordante, totalizzante. I segnali del mito della genitorialità modello si moltiplicano: dalla «mistica dell’allattamento» al ritorno del parto in casa, dal frequente cedimento al dormire nello stesso letto alla crescente avversione verso la scuola con cui viene a cadere ogni patto educativo.
E ancora tanto altro. Dal totalitarismo del materno alle donne vittime di violenza che “restano” accanto al partner, nonostante le botte, “perché in fondo mi ama”. Per chiudere in musica, quella della “nuda voce” che racconta molte più verità della vista. Alla ricerca del timbro blu, intimo e ineffabile, che muove le relazioni più profonde.
Un incontro organizzato da: Associazione Maria Luisa Brasile, Associazione I colori dell’iride, Centro antiviolenza Dafne, Comune di Lanciano.